IL NUOVO LIBRO DI MARIA GRAZIA LOPARDI

Venerdì 22 agosto 2022

Libreria Colacchi, L’Aquila

Presentazione del libro

Quando gli antichi guardavano le stelle

di

Maria Grazia Lopardi

Sarà presente l’editore

Giovanni Canonico

 

Guardare le stelle con gli occhi di un primitivo che si proietta nell’infinito ed avverte in sé la meraviglia e il sacro; con gli antichi greci cogliere nel cielo dei ed eroi che raccontano miti…Poi spostare l’attenzione alla terra ed avvertirne il battito lì dove la sua pelle è più sottile…Stonehenge, Callanish, Garvinis, Borobudur, Anghor Wat, templi egizi e cattedrali medievali…Cielo e terra dialogano...


Presentazione del testo Lopardi “Quando gli antichi guardavano il cielo

Gianni Canonico – Edizioni Mediterranee

Libreria Colacchi –  L’ Aquila , 22 Agosto 2025

Il mio rapporto di editore con Maria Grazia Lopardi si è costruito negli anni su una base di stima, fiducia e reciproca sintonia di intenti. Grazia di nome e di fatto, possiede quella rara capacità di presentare con naturale eleganza e forza di convinzione il frutto delle sue ricerche, tanto che, di fronte ai suoi progetti, mi è difficile, se non impossibile, dire di no. La sua formazione da avvocato le ha lasciato in eredità un metodo di lavoro preciso e rigoroso, che si unisce a un’inesauribile curiosità e a una passione autentica per la conoscenza. Nei nostri anni di collaborazione ha pubblicato con me otto volumi, incluso l’ultimo, affrontando con competenza e profondità i grandi temi del simbolismo, della tradizione iniziatica e di aspetti meno esplorati della storia medievale. Ma ciò che rende Maria Grazia unica non è soltanto la qualità dei contenuti, bensì il suo modo di viverli: ella incarna il ruolo di una vera e propria sacerdotessa al servizio dell’espansione della coscienza, capace di tradurre le sue ricerche in un percorso di crescita interiore per il lettore. In questo senso, il nostro incontro editoriale non è stato casuale: le mie edizioni cercano da sempre autori rigorosi e appassionati, animati da una tensione verso la luce, e Maria Grazia, con la sua opera e la sua persona, rappresenta uno degli esempi più luminosi di questa vocazione.

Nel suo ultimo libro “Quando gli Antichi Guardavano le Stelle”, Maria Grazia Lopardi invita il lettore a compiere un duplice atto meditativo: innanzitutto SOLLEVARE LO SGUARDO VERSO L’ALTO, per ritrovare quella connessione cosmica che gli antichi conoscevano intimamente e che noi, uomini del XXI secolo con il volto spesso chino sui nostri telefoni, risucchiati dalla gravità più pesante della materia,  abbiamo smarrito; ma, una volta nutriti di quel senso di unità universale, Lopardi esorta anche a RIABBASSARE LO SGUARDO, per riconoscere come l’uomo, nelle sue opere  – templi, cattedrali e altre costruzioni  – abbia cercato di rispecchiare quell’ordine celeste. Perché non basta perdersi nel cielo: la contemplazione, da sola, rischia di diventare un’evasione sterile se non si traduce in azione concreta.

Ritrovare la saggezza del cielo sulla terra significa incarnare quei principi di armonia, misura e bellezza nelle scelte quotidiane, nei rapporti umani, nelle opere che creiamo. È un invito a far scendere lo spirito nelle mani e nel cuore, così che ciò che contempliamo nelle stelle,  possa vivere anche nelle strade, nelle case, nelle comunità che abitiamo.

Se ci pensate bene, quel gesto di alzare e poi abbassare la testa –  dal cielo alla terra – può essere letto come un MOTO SEMICIRCOLARE, UN ARCO CHE UNISCE DUE POLI apparentemente opposti ma in realtà inseparabili:

  • ALZARE LO SGUARDO è apertura, aspirazione, sete di infinito: ci mette in contatto con il mistero, con l’ordine cosmico, con quella dimensione che trascende il quotidiano.
  • ABBASSARE LO SGUARDO, invece, è radicamento, incarnazione, atto di riportare la luce dell’alto nelle forme e nelle azioni della vita concreta.

Insieme, questi due movimenti creano una continuità, una “mezza orbita” che ricorda che la conoscenza e la spiritualità non sono mai solo contemplazione o solo azione, ma un fluire costante dall’una all’altra.

È nella completezza di questo moto che l’essere umano ritrova la propria integrità: non un abitante esclusivo del cielo, né un prigioniero della terra, ma un ponte vivente tra i due.

Da Stonehenge al Partenone, da Collemaggio alla Piramide di Chichenitza, questo libro è molto più di un semplice itinerario attraverso luoghi straordinari: è un appassionante taccuino di viaggio che attraversa i secoli e le civiltà, intrecciando storia, simbolismo e meraviglia. Maria Grazia Lopardi accompagna il lettore in un percorso che non è soltanto geografico, ma anche interiore, allenando mente e corpo a un esercizio di connessione profonda tra ciò che è sopra e ciò che è sotto, tra cielo e terra.

Pagina dopo pagina, il lettore scoprirà come l’uomo, in ogni epoca e latitudine, abbia cercato di tradurre nella pietra, nelle proporzioni e negli orientamenti delle sue opere, il linguaggio del cosmo. Ogni tappa diventa così una soglia: luoghi in cui il cielo, per un istante eterno, sembra chinarsi sulla terra, lasciando un’impronta visibile e viva ancora oggi. Un invito non solo a viaggiare con gli occhi e la mente, ma a lasciarsi trasformare da quello stesso sguardo antico che unisce l’infinito alla nostra quotidianità.